L’essere umano, quando viene al mondo, trova due mani che lo liberano dal luogo in cui ha preso forma, e dal quale deve uscire ,se non vuole che diventi una prigione mortale. Presto imparerà d’istinto a tendere le mani verso chi gli sorride, e a toccare tutte le cose che vuole conoscere. Quando avrà concluso il suo percorso, se potrà farlo in modo sereno e attorniato da chi lo ama, il congedo avverrà ancora con una stretta di mano, come per un ultimo aggrapparsi alla vita prima di entrare nella solitudine della morte. Dall’inizio alla fine, dall’ingresso all’uscita, le mani accompagnano il nascere, il crescere e lo spegnersi della rete di relazioni in cui una creatura umana vive il principio, lo sviluppo e la conclusione della vita. Ricordo da bambina mio padre, che usava accogliere sulle sue ginocchia mio fratello Paolo insieme alla sottoscritta, e con molta delicatezza e affetto tagliava le unghie delle nostre mani.
Questo rituale era per noi un momento di affiatamento e di sintonia con lui. Il tenere in ordine le nostre mani era una forma di amore e di cura che percepivamo con prepotente intensità. Da adulta ho sempre dato molta importanza alle mani. Le osservavo e le valorizzavo, facevo subito cadere lo sguardo sulle mani di chi incontravo, Le ho sempre curate molto e nel contempo abbellite con anelli decorati e colorati. Quando ho cominciato a perdere la vista ,le mani per me hanno cambiato completamente il loro ruolo, sono diventate un mezzo per relazionare ed esplorare il mondo che mi circonda. Se prima gesticolavo molto , con la perdita della vista ho dovuto ridurre il movimento, per evitare di colpire oggetti o altri ostacoli.. Le mani sono diventate il mio strumento per leggere ,con i polpastrelli, per sentire e percepire il materiale, il calore, le forme, lo spazio ed anche il contatto con gli altri. Il tatto è diventato il senso principale e ha sostituito completamente i miei occhi. Le mie mani oggi non si limitano solo a tastare, accarezzare, palpare, agguantare, ma si espongono molto di più. E proprio per questo grande e prezioso lavoro ,che le mani compiono per me ,continuo sempre a curarle ed abbellirle come un tempo.
Asti, 10/01/2016
Renata Sorba